IMU; AGeSC: rimarranno aperte solo scuole paritarie per ricchi
27 Novembre 2012
NOTA PER LA STAMPA
IMU;AGESC: RIMARRANNO APERTE SOLO SCUOLE PARITARIE PER RICCHI. A CAUSA DELLE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE DELLE FAMIGLIE, LE SCUOLE NON STATALI ITALIANE NEL 2012 HANNO GIA’ PERSO 11.594 STUDENTI
Lo ha dichiarato il Presidente di AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) Roberto Gontero, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del regolamento IMU del ministero dell’Economia.
Milano, 25 novembre 2012: “Rimarranno aperte solo le scuole paritarie per ricchi”. Lo ha dichiarato, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del regolamento dell’IMU del ministero dell’Economia, il Presidente di A.Ge.S.C. (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) Roberto Gontero, spiegando: “L’imposizione dell’IMU alle scuole paritarie, al di là dei cambiamenti meramente lessicali del nuovo regolamento, comporterà un aumento delle rette scolastiche, non sostenibile da quelle famiglie che già fanno sacrifici per esercitare il diritto di libertà educativa. Nel 2011/12, secondo i dati del MIUR, le 13.808 scuole paritarie italiane hanno perso ben 11.594 studenti su 1.072.968 di iscritti (l’11% della popolazione scolastica complessiva), a causa della insostenibilità delle rette. Il 27 febbraio scorso il Premier Monti, all’interno del suo intervento nella 10a Commissione Senato, in merito ai parametri richiesti per essere esentati dall’imposta, dichiarava che: <[…] l’organizzazione dell’ente (scuole paritarie) – anche con specifico riferimento ai contributi chiesti alle famiglie, alla pubblicità del bilancio, alle caratteristiche delle strutture – sia tale da preservare senza alcun dubbio la finalità non lucrativa ed eventuali avanzi non rappresentino profitto, ma sostegno direttamente correlato ed esclusivamente destinato alla gestione dell’attività didattica>. Evidentemente si è trattato di promessa non mantenuta”. Ha aggiunto Gontero: “Quanto all’adeguamento all’UE, con il recepimento nel nuovo quadro normativo IMU dei principi che valorizzano il concetto di ‘attività economica’ a scapito di quello ‘non a scopo di lucro’, così come previsto dalla giurisprudenza comunitaria, si tratta di un bluff scoperto. Se veramente vogliamo allinearci all’Europa, infatti, occorre anche adeguare i finanziamenti a favore della scuola non statale agli standard UE, in modo tale da rendere possibile alla scuola paritaria lo svolgimento di un pubblico servizio che non discrimina l’utenza in base al reddito. La legge 62/2000 sulla parità scolastica, sottoscritta da un Governo di centro-sinistra, – ha concluso il Presidente di A.Ge.S.C. – a dodici anni dalla promulgazione è ancora lettera morta”.
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